Ansia a scuola: qualche consiglio pratico per insegnanti

L’ansia a scuola è molto più diffusa di quello che si pensi. Come i grandi, anche i bambini sperimentano sentimenti di angoscia e forte preoccupazione. A volte possono essere solo pensieri saltuari, che intervengono di tanto in tanto. Altre volte, invece, si tratta di pensieri ricorrenti, pervasivi e molto intensi che il piccolo fatica a gestire. Ansia e angoscia sembrano sfuggire al controllo del bimbo, che si sente stretto in una morsa. L’ansia non è più funzionale per la sopravvivenza, ma diventa un debilitante, per il piccolo e per la sua famiglia. A nulla servono le rassicurazioni di mamma e papà, o degli insegnanti. Anzi, a volte, banalizzare può essere controproducente.

Gli adulti, dunque, si trovano ad affrontare una situazione complessa in cui, spesso, non sanno come muoversi. Genitori e insegnanti, molte volte, si sentono impotenti di fronte alla sofferenza del piccolo. Non sanno cosa fare e come affrontare le emozioni del bambino. E’ importante, ad esempio, ascoltare le sue preoccupazioni? Può essere opportuno banalizzarle? Come reagire alle sue paure? E’ bene assecondarlo o spronarlo ad affrontare le sue angosce?

 

QUALI SONO I SEGNALI DELL’ANSIA A SCUOLA?

L’ansia a scuola può esprimersi in diversi modi. L’ansia può rivelarsi nell’atteggiamento verso le attività. Ogni prova, anche la più semplice, diventa fonte di agitazione. Oppure, l’ansia a scuola può manifestarsi nelle relazioni con i compagni e con gli insegnanti. La preoccupazione può essere rivolta verso gli amichetti di scuola, e relazionarsi con loro diventa fonte di agitazione. A volte, invece, l’ansia può riguardare il rapporto con gli insegnanti. Solitamente, l’ansia è pervasiva e riguarda tutti questi ambiti. I diversi aspetti si intrecciano tra di loro, alimentandosi vicendevolmente. Essi si rafforzano a vicenda, creando un circolo vizioso.

Ci possono essere manifestazioni più esplicite e altre più celate dell’ansia a scuola. Tra i sintomi più ricorrenti dell’angoscia in ambito scolastico possiamo osservarne alcuni che si presentano con maggiore frequenza. Tra questi:

  • Ansia esagerata di fronte a verifiche e interrogazioni.
  • Continua ricerca di approvazione da parte delle maestre.
  • Forte irritabilità.
  • Tendenza al perfezionismo.
  • Bassa autostima.
  • Tentativi di evitamento di fronte alle difficoltà.
  • Difficoltà a parlare di fronte alla classe.

Ansia a scuola

ANSIA A SCUOLA: COSA POSSONO FARE GLI INSEGNANTI?

La scuola, quindi, si trova ad affrontare una situazione complessa, che richiede un’attenzione particolare. Gli insegnanti, infatti, devono attivarsi per sostenere il bimbo. Allo stesso tempo, però, c’è un’intera classe che deve essere seguita, con tutte le complessità che vi sono. I docenti, dunque, devono muoversi su un terreno delicato, mantenendo l’equilibrio nella classe, per la classe stessa e per il bimbo che, in questo momento, sta affrontando questo momento di complessità.

Cosa possono fare gli insegnanti per affrontare al meglio la situazione? Ecco qualche consiglio pratico per i docenti che si trovano ad affrontare una classe con un bambino con ansia.

  • EMPATIA

E’ importante non banalizzare o ridicolizzare le preoccupazioni dei bambini, anche se possono sembrare infondate. L’ansia è qualcosa che arriva dalla pancia, non dalla testa. Ascoltare e accogliere le loro angosce è il primo passo per far sentire la nostra vicinanza e comprensione. Poter parlare e condividere le angosce può essere un primo passaggio molto importante. Per questo è fondamentale non banalizzare l’ansia dei bambini, ma ascoltare i piccoli, le loro preoccupazioni e le loro angosce. Dare voce ai propri pensieri è catartico anche per i bimbi ed è il primo passo per poterli affrontare e gestire al meglio.

 

  • FAVORIRE LA PARTECIPAZIONE GRADUALE

Spesso i bimbi con disturbi d’ansia tendono a ritirarsi e a rimanere in disparte, sia nel gruppo di amici che nelle attività di classe. Occorre facilitare la partecipazione, ad esempio coinvolgendoli in attività in piccoli gruppi o ponendo loro domande in argomenti in cui si sentono maggiormente sicuri. Rinforzare la partecipazione è molto importante, in modo da permettere loro di fare esperienza che “si può fare”. Ciò deve essere fatto in maniera graduale. E’ importante non forzare i bimbi, ma incoraggiarli a fare piccoli passettini alla volta. E’ fondamentale, dunque, rispettare i tempi dei bambini e provare a mettersi nei loro panni, con un atteggiamento empatico.

 

  • STRATEGIE AD HOC

Anche se effettivamente non è sempre facile, un’idea utile può essere quella di utilizzare delle accortezze specifiche rispetto alle verifiche e ai compiti a casa. Ad esempio, le domande a scelta multipla o le interrogazioni programmate possono essere delle strategie utili per aiutare i bimbi a ridimensionare il livello di ansia. Ovviamente, queste scelte devono essere fatte all’interno di un intervento clinico più ampio, che aiuti il bimbo a lavorare sull’origine della difficoltà e sulle strategie di fronteggiamento.

Non basta, però, intervenire solo sul piano didattico, anche se questo è fondamentale per affrontare la situazione. Occorre, invece, lavorare in rete, per accompagnare il bambino a gestire al meglio le forti emozioni che sta provando. Aldilà di modificare le richieste temporanee dell’ambiente, infatti, è importante lavorare sulle risorse del bambino e sulle sue capacità di far fronte alla situazione. Aiutare i piccoli a sviluppare la resilienza è un preziosa risorsa per aiutare il bimbo a fronteggiare questo momento di empasse e quelli futuri che si troverà ad affrontare.

ANSIA A SCUOLA: L’IMPORTANZA DI UN LAVORO INTEGRATO

La collaborazione tra scuola e famiglia è fondamentale. E’ importante condividere la situazione con la famiglia, confrontandosi e chiedendo di essere aggiornati rispetto alle strategie che, insieme ad un professionista, si è deciso di mettere in pratica. Mantenere un comportamento coerente a casa e a scuola è molto utile per il bambino. Così facendo, infatti, il bimbo si sentirà supportato in questo percorso. Spesso lo psicologo può fungere da anello di giunzione tra la scuola e la famiglia, costruendo insieme un percorso condiviso.

A volte, però, può capitare che i genitori non si siano accorti della situazione. Può capitare. La frenesia della vita quotidiana, la capacità dei bambini di nascondere le loro preoccupazioni in determinati contesti, il desiderio di proteggere mamma e papà… E’ importante, quindi, che gli insegnanti che si sono accorti di qualche atteggiamento diverso dal solito lo facciano presente ai genitori, anche solo coinvolgendoli nell’osservazione attenta dei comportamenti del piccolo.

DOTT.SSA ANNABELL SARPATO
Commenti