Ansia da prestazione nei bambini: come affrontarla?

L’ansia da prestazione può colpire tutti noi, grandi e piccini. Di fronte a un mondo frenetico, che basa tutto sulla performance, ponendo poca attenzione al processo, spesso ci si trova a fare i conti con la preoccupazione eccessiva di sbagliare. E questo non vale solo per gli adulti, ma coinvolge anche i bambini, che si trovano a voler primeggiare nei diversi contesti in cui si trovano a vivere. Tra questi troviamo la scuola, le attività sportive e i momenti ricreativi. L’ansia da prestazione nei bambini, dunque, è molto diffusa e merita un’attenzione particolare.

 

QUANDO L’ANSIA DA PRESTAZIONE DIVENTA UN PROBLEMA

Voler fare del proprio meglio è di per sé una tendenza positiva, ma quando le aspettative (proprie e altrui) sono esagerate, in rischio è quello di trasformare l’ambizione in un vero e proprio stress. A volte, anche l’atteggiamento dei genitori può contribuire, più o meno consapevolmente, a mettere sotto pressione i bambini, che si trovano a vivere emozioni forti e contrastanti, caratterizzate da un carico di stress eccessivo. E’ normale, infatti, spronare il proprio bambino a migliorarsi, ma è importante non caricarlo di troppe attese, evitando di proiettare su di loro le proprie aspettative.

L’ansia da prestazione nei bambini, infatti, rischia di privare i bambini del piacere di compiere quelle attività tanto amate. L’angoscia per i risultati scolastici o per la performance sportiva può portare il piccolo a bloccarsi, in  una sorta di trappola mentale da cui sembra davvero molto difficile uscire. Per questo è importate, quando si notato dei segnali di ansia da prestazione nei bambini, approfondire la questione.

 

ANSIA DA PRESTAZIONE NEI BAMBINI: COSA POSSONO FARE I GENITORI?

  • FOCUS SUL VERO OBIETTIVO. Un detto comune recita che “importante non è vincere, ma partecipare”. In modo molto semplice, questo motto popolare spiega l’importanza di quello che è il processo, rispetto al risultato. Lo scopo, infatti, non è arrivare primi, ma occorre focalizzare l’attenzione sul percorso che si sta svolgendo, sulle conquiste di ogni giorno e sui piccoli successi. Occorre sempre dare il massimo, ma considerare che il risultato non è una prova oggettiva del nostro valore.
  • LIBERTA’ DI SCELTA. Sembra scontato, ma è importante che i bambini scelgano autonomamente le loro attività extrascolatiche, in base alle proprie preferenze e alle proprie attitudini. I genitori possono consigliare, ma è importante non obbligare i propri figli a fare delle attività solo perché piacciono a noi. Quando alla base di una scelta, infatti, c’è una passione e una forte motivazione, infatti, le attività vengono vissute in maniera più positiva e divertente.
  • IMPARARE AD ACCETTARE GLI INSUCCESSI. Gli adulti, in prima linea, e i bambini devono imparare a vivere anche i piccoli insuccessi quotidiani. E’ importante non giustificare sempre il proprio figlio attribuendo la colpa delle sconfitte o di brutti voti all’esterno, ma concependo che a volte si può sbagliare. E, aggiungerei, meno male, visto che dagli errori si può riaggiustare il tiro e migliorarsi ogni giorno. Genitori iperprotettivi, infatti, rischiano di proteggere eccessivamente i propri bimbi, privandoli di quelle piccole frustrazioni quotidiane che aiutano a crescere. Se i bambini non sperimentano piccoli fallimenti nella realtà di tutti i giorni, il rischio è che di fronte alle inevitabili difficoltà della vita i bambini si trovino spiazzati e impreparati. E’ importante, quindi, imparare a perdere, per crescere e migliorare ogni giorno.
Ansia da prestazione nei bambini

NIENTE CONFRONTI PER EVITARE L’ANSIA DA PRESTAZIONE NEI BAMBINI

E’ importante evitare i confronti con gli altri bambini, perché ognuno ha le proprie attitudini e preferenze. Spesso si pensa che mettere a confronto le diverse prestazioni può aiutare a stimolare i piccoli a fare sempre meglio. In realtà, confrontare con altri bimbi, evidenziando come gli altri siano più bravi, è deleterio per l’autostima e l’immagine di sé. Per incentivare i bambini, dunque, può essere più utile riflettere sull’andamento delle sue prestazioni personali. Incoraggiare il piccolo evidenziando come la volta scorsa si era ottenuto un buon risultato può stimolarlo a non abbattersi per un esito non gradito. Ognuno di noi deve essere in competizione con sé stesso, non con gli altri. Voler crescere e migliorarsi, cercando di superare i propri limiti è una bella sfida che ogni bimbo dovrebbe affrontare. Attenzione, però. Ciò deve essere fatto sulle prestazioni, non sul bambino stesso. Il bambino non è la sua prestazione. E questo è importante che gli adulti (genitori, insegnanti, educatori ed allenatori) lo sappiano bene.

 

RIPOSO FISICO E MENTALE PER RIDURRE L’ANSIA DA PRESTAZIONE NEI BAMBINI

Viviamo in un mondo troppo frenetico. Corriamo tutti i giorni, tutto il giorno. E questa frenesia coinvolge anche i bambini. La scuola a tempo pieno, i doposcuola, lo sport, le feste di compleanno, e così via. Tutti impegni fondamentali per la vita dei bambini, certamente. Ma troppo: i bambini hanno sempre meno la possibilità di ritrovarsi spontaneamente e giocare. Oppure, oziare sul divano (senza tablet). Tutti i momenti della giornata dei piccoli sono organizzati, e vedono un susseguirsi di attività sempre molto impegnative.  A volte, però, occorre fare un passo indietro, e prendersi un po’ di quella libertà e spensieratezza che sembrano andate perse. E’ importante svolgere attività extrascolastiche, ma è importante anche lasciare ai bambini degli spazi vuoti, dove giocare in modo libero, e sperimentare anche la noia. Staccare la spina funziona per i grandi: perchè non pensare che ciò ha lo stesso effetto anche sui più piccoli? Concedersi dei momenti di relax, infatti, aiuta a distendersi e ridurre l’ansia da prestazione nei bambini.

L’IMPORTANZA DELL’ESEMPIO PER RIDURRE L’ANSIA DA PRESTAZIONE NEI BAMBINI

Come sempre, il metodo educativo più efficace è proprio è quello del buon esempio. E questo vale anche per l’ansia da prestazione nei bambini. Spesso, infatti, capita di vedere nelle tribune sportive genitori che inveiscono contro la squadra avversaria, o contro l’arbitro. Questo non è un buon esempio, perché bisogna trasmettere il rispetto per le regole, anche quando non vanno a proprio favore.

In generale, come i genitori affrontano le proprie sfide è molto importante, e funge da esempio per i figli. E’ importante trasmettere quella serenità nell’affrontarle, fondamentale per viverle al meglio. Ciò non significa che non sia importante l’impegno o la dedizione, tutt’altro. Significa non farsi travolgere dalle emozioni, ma riconoscerle e accettarle, gestendole in maniera costruttiva.

DOTT.SSA ANNABELL SARPATO
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