Quando in famiglia c’è un bambino con disabilità, tutti gli attori in gioco sono coinvolti. Non solo il bimbo affetto da handicap, ma anche la sua mamma e il suo papà. Diagnosticare una disabilità può essere una vera e propria doccia fredda per i genitori, che travolge l’intero sistema familiare e lo costringe a trovare dei nuovi equilibri. Spesso, però, si tende a trascurare altre figure coinvolte in questo processo: tra questi, i siblings, cioè i fratelli di bambini con disabilità.
La disabilità è un viaggio che coinvolge tutta la famiglia, fratelli compresi. Questo vale sia per i bambini nati prima dell’arrivo del bimbo con disabilità, sia per i fratelli minori, che si inseriscono in famiglia dopo l’arrivo del fratello con handicap. Anche se le situazioni possono sembrare simili, in realtà nascondono delle differenze importanti, che si riflettono nei vissuti dei piccoli. In entrambe le situazioni, comunque, è possibile rintracciare risorse e complessità, che meritano una riflessione.
La posizione dei fratelli di bambini con disabilità viene spesso trascurata, perchè l’attenzione viene rivolta principalmente al piccolo con difficoltà. Questo si esplica nel tempo dedicato, nelle risorse a disposizione, nell’energia mentale che i genitori naturalmente rivolgono al piccolo con difficoltà più evidenti. Tutto ciò è fisiologico e naturale, perché i bambini con disabilità richiedono molte cure e attenzioni. I genitori, spesso, si sentono già in colpa perchè temono di non riuscire a fare tutto il possibile per aiutare il bambino con disabilità. Visite specialistiche, terapie e cure mediche richiedono enormi sforzi fisici, mentali ed economici, che sembrano prosciugare le energie della famiglia. Spesso i fratelli dei bambini con disabilità vivono un po’ nell’ombra dei loro fratelli, e ciò esacerba ulteriormente il senso di colpa nei genitori che si trovano a dover gestire una situazione già di per sé complesse.
Vivere con un fratello con disabilità, può aiutare a sviluppare alcune competenze e affinare un modo di essere che, in altro modo, sarebbe più difficile da potenziare. Tra queste:
Allo stesso tempo, però, i vissuti che questi bimbi si trovano a vivere non sono sempre semplici da elaborare. Quello che vivono questi bimbi è molto complesso. Da una parte, l’amore per il fratello e la consapevolezza delle sue complessità. Dall’altra, vivere (direttamente o indirettamente) le emozioni dei loro genitori, con le loro paure, angosce e speranze. Questi vissuti, spesso esacerbati dalla loro grande sensibilità, possono portare i piccoli a sviluppare dei sentimenti molto forti e contrastanti, tra i quali:
Il ruolo richiesto ai genitori per evitare che questi vissuti vengano esasperati, è sicuramente molto delicato e complesso. Non è semplice. Molte energie vengono dirottate sul bimbo che in quel momento richiede maggiori attenzioni e il fratellino o la sorellina potrebbe soffrirne. Allo stesso tempo, si potrebbe presentare anche la situazione dove i bambini assumono quasi un ruolo genitoriale e protettivo verso il fratello, trascurando la propria spensieratezza.
E’ importante aiutare i bambini a esprimere le proprie emozioni e aiutarli a gestirle. Avere uno spazio di parola, dove poter esprimere le proprie paure e le proprie sofferenze può essere molto utile. Occorre lavorare anche sul senso di colpa, perché spesso i bimbi paradossalmente soffrono per non avere nessuna difficoltà, al contrario del fratellino. E poi c’è la gelosia, la rabbia e la frustrazione.
I genitori devono anche aiutare i bimbi a scoprire e valorizzare le proprie risorse, costruendo insieme strategie utili per affrontare le situazioni più complesse che i bimbi si trovano ad affrontare.