Bambini adottati e scuola: come favorire il benessere?

Il collegamento tra scuola e famiglia è fondamentale per il benessere di ogni bimbo. La collaborazione tra questa istituzione e la famiglia, infatti, è molto importante per favorire un contesto sereno e sicuro dove il bambino può crescere e diventare grande. Questa relazione diventa ancor più fondamentale quando si parla di bambini adottati e scuola, dove il rapporto tra quest’ultima e la famiglia diventa un elemento cruciale, da coltivare con particolare attenzione.

La scuola è l’ambito extrafamiliare in cui il piccolo passa la maggior parte del tempo. Per questo, è opportuno ci sia una proficua collaborazione negli interessi del bimbo e del suo benessere. La famiglia e la scuola, dunque, devono lavorare congiuntamente per trasformare quelli che possono all’apparenza sembrare degli ostacoli insormontabili in preziose risorse. Ciò deve essere fatto negli interessi del bimbo, della sua famiglia, della classe e degli insegnanti stessi.

Quello tra bambini adottati e scuola è un legame molto complesso, che necessita di cura e di costante attenzione. Spesso per i bimbi adottati non è facile. Oltre a difficoltà nella lingua o nell’apprendimento, si possono intrecciare diverse complessità legate ai profondi cambiamenti che i bimbi stanno vivendo. Tra queste, la paura di inserirsi in un ambiente completamente nuovo o il timore di non essere accettato e amato. Un lavoro sinergico tra le famiglie dei bambini adottati e la scuola è fondamentale per aiutare i piccoli a vivere al meglio la sua esperienza scolastica e di vita.

 Bambini adottati e scuola

BAMBINI ADOTATTI E SCUOLA: COSA POSSONO FARE GLI INSEGNANTI?

  • ACCOGLIENZA. La scuola deve essere accogliente verso tutti i suoi bambini. Ciò significa che essa deve riconoscere non solo il piano didattico, ma anche (e soprattutto) quello emotivo. Il rapporto tra bambini adottati e scuola passa anche e, soprattutto, dalla capacità di quest’ultima di favorire una buona integrazione.

 

  • ASCOLTO. La scuola si deve mettere in ascolto. Un ascolto vero, empatico, genuino, che permetta ai bambini di raccontare e raccontarsi. Un atteggiamento non giudicante aiuta il bambino adottato ad accettare la propria storia, valorizzando la propria diversità. L’ascolto è fatto di tanti piccoli gesti, di cui le parole sono solo una parte.

 

  • NON  CATEGORIZZARE. Oggigiorno, le etichette vanno molto di moda. Conoscere un bambino non significa solo raccogliere qualche dato, ma porsi in un atteggiamento di comprensione vera, dei suoi vissuti e delle sue emozioni. Non basta una sigla per capire cosa occorre a quel bambino, ma è importante valorizzare l’unicità di ogni storia e muoversi riconoscendone le sue peculiarità. Il buon esito del rapporto tra bambini adottati e scuola nasce da un riconoscimento del piccolo come persona, prima che come alunno.

 

  • ATTENZIONE AL PROCESSO. Dal punto di vista degli apprendimenti, l’insegnante non dovrebbe prestare attenzione solo al risultato. Il focus, infatti, deve essere posto al processo sottostante e all’impegno impiegato. L’accettazione del bimbo non dipende da un voto, e questo non deve essere ribadito solo a parole, ma trasmesso con i fatti.

BAMBINI ADOTTATI E SCUOLA: L’ALLEANZA CON LA FAMIGLIA

Oltre all’attenzione che la scuola deve porre all’unicità dei suoi bambini, anche la famiglia ha un ruolo molto importante. Se i genitori sono i primi a dare fiducia alla scuola e al suo operato, infatti, anche i piccoli, di riflesso, mentalizzeranno la scuola come luogo sicuro in cui muoversi. E’ importante, dunque, creare un’alleanza con l’istituzione scolastica, sia a livello formale, che nella fiducia che la famiglia ripone in essa. Il benessere del bambino adottato a scuola, dunque, dipende da questa relazione.

Non per ultimo, infine, è importante credere nei propri bambini. Ciò significa sostenerli e supportarli nelle sfide quotidiane, anche quando la situazione ci sembra molto complessa. Credere in loro, facendoli sentire amati e sostenuti, infatti, aiuta i piccoli a sperimentare e ad aumentare la fiducia verso di sé e verso il mondo.

 

DOTT.SSA ANNABELL SARPATO
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