Come spiegare la disabilità ai bambini

Nella nostra società, sembra paradossale, parlare di disabilità è ancora troppo spesso un tabù. Sembra che fare domande, chiedere o provare a capire sia sconveniente e fuori luogo. Per questo, molte volte, alle domande dei bambini vengono date risposte vaghe e spesso confuse. Altre volte, peggio ancora, i bambini capiscono che è meglio non chiedere e, dunque, tentano di darsi da sé delle risposte a ciò che non riescono bene a comprendere. Questo, però, oltre a essere molto confusivo, può essere molto pericoloso. Capire come spiegare la disabilità ai bambini, quindi,  è davvero molto importante e permette di dare vita a una società che valorizzi realmente le differenze e che non cerchi di eliminarle ad ogni costo.

 

COME SPIEGARE LA DISABILITÀ AI BAMBINI: LA LIBERTÀ DI FARE DOMANDE

Sopratutto con i bambini, il tema della disabilità viene quasi sempre evitato. Spesso capita di nascondersi dietro a frasi come “I bimbi non capiscono” oppure “I bambini non vedono le differenze”. Sono frasi dette a fin di bene, certo. Però, quasi sempre, non sono realistiche. I bimbi sono abili osservatori e notano ogni sfumatura. Se un bimbo si muove sulla sedia a rotelle, non parla o ha una manina sola, il compagno di classe non può non notarlo. Anzi, i bimbi notano anche dettagli molto più sfumati.

Quando i bimbi non chiedono, dunque, spesso non è perché non si sono accorti. Al contrario, molte volte non chiedono perché sentono che non è un argomento di cui si può parlare. Questo, come già detto, non è corretto e, alla fine, può diventare deleterio. Creare un contesto libero, in cui i bimbi possono sentirsi sereni di fare domande è fondamentale. E partire proprio dalle loro domande può essere il modo migliore di spiegare la disabilità ai bambini.

 

COME SPIEGARE LA DISABILITÀ AI BAMBINI CON SEMPLICITÀ E CHIAREZZA

Come spiegare la disabilità ai bambini? Parlandone con naturalezza, in maniera semplice e chiara, tenendo conto dell’età e del livello di sviluppo del bimbo. Non è necessario entrare in tecnicismi o dettagli particolari. E’ importante, però, utilizzare termini chiari e comprensibili per il bambino.

Molte volte i bambini chiedono il perché di certi comportamenti che il bimbo mette in atto. I bambini possono chiedere come mai quel bimbo non parla, è sulla carrozzina o non sente. Oppure, perché non risponde quando lo si chiama. Altre volte, chiedono perché si picchia o corre per la stanza senza un motivo. Oppure, ancora, perché parla da solo. Spiegare ai bimbi in maniera semplice ciò che succede può essere la soluzione migliore. Non sempre è semplice, però è importante. Anche perché è solo conoscendo le caratteristiche di quel bimbo che si potrà capire come fare per entrare in relazione con il compagno nel modo migliore.

Come spiegare la disabilità ai bambini

SPIEGARE LA DISABILITÀ AI BAMBINI VALORIZZANDO LE DIFFERENZE INDIVIDUALI

Come spiegare la disabilità ai bambini? Partendo dalle differenze che caratterizzano ognuno di noi. Può essere utile usare semplici esempi concreti, che i bimbi possono cogliere facilmente. C’è chi è velocissimo a correre perché ha le gambe lunghe o chi per vedere bene alla lavagna usa gli occhiali. Ci sono bimbi che per parlare usano le voce, mentre altri utilizzano i segni o le immagini. Alcuni bimbi usano la voce bassa bassa perché sono timidi e c’è, invece, chi usa sempre un tono di voce alto. Ci sono bambini che per muoversi usano la carrozzina. Altri ancora che non riescono tanto a farsi capire e, quando fanno tanta tanta fatica, urlano e si buttano per terra.

Insomma, siamo tutti diversi. Non c’è una persona uguale ad un’altra. E questo vale anche per i bimbi. Descrivere le differenze, senza giudicarle è un ottimo esempio che possiamo offrire ai bambini.

 

SPIEGARE LA DISABILITÀ AI BAMBINI EVIDENZIANDO LE SOMIGLIANZE

Come detto più volte, siamo tutti diversi. E sono proprio queste differenze che ci rendono unici. Ma dietro alle differenze individuali, dietro alle caratteristiche peculiari di ognuno, ricordiamolo, c’è la persona.

Anche se le differenze possono essere tante, ci sono tanti aspetti in comune. E’ importante spiegare ai bambini che il proprio compagno o il proprio amichetto non è la sua disabilità. Anche in questo caso è utile partire da esempi concreti. Ci possono essere giochi preferiti, squadre tifate, sport del cuore in comune. Cartoni animati preferiti condivisi. Paure che ci accomunano. Piatti detestati da entrambi. Insomma, dietro alle differenze, ci sono anche tante somiglianze. Spesso, molto di più di quelle che gli adulti riescono a vedere. Anche quando la disabilità è molto complessa, ci sono sempre delle somiglianze che accomunano tutti i bambini.

Marco, Giorgia, Paola e Francesco non sono la loro disabilità. Sono dei bambini che amano le patatine fritte, odiano il formaggio, adorano il solletico  e hanno paura del temporale. Poi hanno delle caratteristiche particolari, a cui prestare attenzione. Magari non amano i rumori troppo forti, oppure devono sempre prendere l’ascensore per scendere al piano terra. Qualcuno non ama essere abbracciato o, al contrario, cerca continuamente di stringere forte a sé gli altri. Altri hanno bisogno di qualcuno che li accompagni, altri esplorano il mondo con l’udito. Ed è solo se comprendiamo quali sono le caratteristiche di Marco, Giorgia, Paola e Francesco, aldilà dell’etichetta diagnostica, che possiamo capire come stare bene realmente insieme.

L’IMPORTANZA DI VALORIZZARE I PUNTI DI FORZA

Tutti i bimbi vogliono avere intorno a sé persone che vogliono loro bene, far parte di una famiglia e di un gruppo in cui si sentono amati. Ognuno a modo loro. Ed è solo conoscendo la persona che abbiamo davanti che ciò può essere fatto al meglio. E’ valorizzando le differenze, non negandole, infatti, che questo obiettivo può essere raggiunto.

Il termine disabilità è un termine neutro, descrittivo. Non implica un giudizio di valore. I bambini con disabilità non sono né migliori, né peggiori di altri bambini. Non si parla di “normalità” o “anormalità”. Nemmeno etichettare i bambini con disabilità come “speciali” è corretto. Si tratta di bimbi che, come tutti gli altri, hanno caratteristiche e abilità diverse tra loro. Valorizzare quelli che sono i punti forti dei bambini, come per tutti, è molto importante. Come spiegare la disabilità ai bambini? Anche in questo modo. Anche se alcune caratteristiche del bimbo possono sembrarci invalidanti, è importante valorizzare tutti i punti di forza. E se guardiamo il bambino, oltre alla sua diagnosi, i punti di forza non possono che essere tantissimi.

DOTT.SSA ANNABELL SARPATO
Commenti