I bambini con dislessia si trovano spesso ad avere difficoltà a scuola, nell’apprendimento e nella gestione dei compiti. Per questo è importante che insegnanti e genitori si attivino per sostenere i bambini con dislessia nello studio. E’ importante che vengano offerti loro strumenti per affrontare la scuola in maniera serena e produttiva. Molto spesso, invece, l’esperienza dei bambini con dislessia è tutt’altro che positiva. Frustrazione e insoddisfazione sono all’ordine del giorno e questo, purtroppo, rischia di innescare un circolo vizioso pericoloso.
Tutti i bambini, con dislessia o meno, devono trovare il proprio metodo di studio. Cliccando qui, è possibile scaricare gratuitamente l’eBook “Imparare a studiare“, ricco di riflessioni e consigli pratici per costruire il proprio modo di studiare. Ogni bambino è diverso, ha diverse capacità e aree da potenziare. Le ricerche dimostrano che non tutti i bambini apprendono allo stesso modo. Questi studi fanno riflettere, di conseguenza, sul fatto se è possibile insegnare a tutti i bambini nello stesso modo. Gardner parla, inoltre, di intelligenze multiple per definire i diversi tipi di intelligenza: non possiamo definire intelligente solo chi ha punteggi alti nelle aree logico-matematiche o in quelle verbali. Questi sono solo due tipi di intelligenza, ma non esauriscono la complessità della diverse possibilità. Per questo è importante, per quanto possibile, personalizzare il sistema di insegnamento su ogni bambino, aiutando a potenziare le aree già sviluppate e incrementare quelle su cui fa un po’ più di fatica.
La dislessia è un disturbo dell’automatizzazione dei processi di decodifica dei segni scritti. I bimbi con dislessia, quindi, hanno difficoltà a leggere in maniera accurata e fluente. Ogni bimbo dislessico ha un quadro diverso e l’evoluzione delle difficoltà può essere molto eterogenea a seconda di diversi fattori. Oltre alla gravità del disturbo, poi, occorre tenere in considerazione le risorse del bambino e dell’ambiente in cui egli è inserito. La dislessia, inoltre, comporta molti fattori secondari, che tendono a complessificare la situazione. La dislessia, infatti, può portare con sé conseguenze a livello psicologico e comportamentale. I continui insuccessi scolastici, infatti, possono far sperimentare vissuti di sfiducia e bassa autostima nei bambini, a cui può far seguito un calo della motivazione scolastica. Ne possono derivare comportamenti internalizzati, di ritiro e chiusura, oppure esternalizzati, dove i sentimenti di tristezza e rabbia possono sfociare in comportamenti di opposizione e aggressività.
Per questo, occorre sostenere i bambini con dislessia nello studio, supportandoli nella ricerca del proprio metodo per far fronte alle richieste scolastiche. Per il benessere del bambino è importante che famiglia e scuola si muovano nella stessa direzione, in maniera sinergica, per condividere il progetto educativo-didattico del piccolo. In questo modo si aiuta il bimbo a sviluppare una buona fiducia in sé stesso e nelle proprie capacità.
Quando possibile, può essere utile scegliere un professionista preparato che possa seguire il proprio figlio nell’esecuzione dei compiti. Spesso il momento dei compiti è molto difficile da gestire, soprattutto dal punto di vista emotivo. Ciò può portare con sé sentimenti di frustrazione e rabbia, causando incomprensioni tra genitori e figli. Un supporto esterno può essere d’aiuto per separare i due ruoli e mantenere il rapporto con i propri figli maggiormente sereno e non focalizzato esclusivamente sulle difficoltà che si possono incontrare nell’esecuzione dei compiti.
L’aiuto di un professionista formato, inoltre, supporta l’individuazione di un metodo di studio specifico e individualizzato per bambini e ragazzi con queste difficoltà.
Non è insistendo che le cose possono cambiare. O, almeno, non solo. L’allenamento aiuta, ma non è solo quello. Se un bambino fatica a leggere non ha senso farlo leggere sempre di più. In questo caso, infatti, l’obiettivo che si raggiungerebbe è solo fargli odiare la lettura.
Occorre cambiare il modo in cui si aiuta i bambini ad apprendere. E’ necessario trovare il metodo più adatto per ogni bambino. Non è facile. Spesso la scuola non è messa nelle condizioni di agire in questo modo, ma è molto importante andare verso questa direzione. Spesso ci si chiede perché una volta non era necessaria tutta questa diversificazione. Anche solo pochi anni fa, infatti, si utilizzava un solo metodo per tutti e andava bene così. Perché oggi, invece, non va più bene? Non ci sono risposte a questa domanda. Forse, però, mi viene da riflettere sul fatto se davvero una volta andava bene cosi. E’ il bambino che si deve adattare alla scuola, o viceversa? Credo apprendere sia diritto di ogni bambino, e non solo di chi si riesce ad adeguare al metodo che stiamo utilizzando. La responsabilità, in questo caso, è sempre dell’adulto.
In conclusione, credo che ogni bambino abbia diritto alla studio. Anzi, che ogni bambino abbia diritto ad amare lo studio. L’eBook “Imparare a studiare“, scaricabile gratuitamente cliccando qui, può fornire spunti interessanti per costruire il proprio modo di studiare.