Ripetono le parolacce? Consigli pratici per bambini in età prescolare

Per quanto si possa stare attenti e cercare di proteggere i bambini, è abbastanza difficile, se non impossibile, fare in modo che essi non sentano intorno a sé pronunciare parolacce. All’asilo, al parco, in Tv o a casa. Purtroppo, è decisamente improbabile che un bimbo, durante la giornata, non abbia modo di sentire parole poco carine e cortesi. Nella nostra società, infatti, l’uso di parolacce è molto frequente. Praticamente tutti ripetono le parolacce. A volte, non imbarazza nemmeno più. E’ diventata consuetudine sentirle per strada, in televisione, e anche durante eventi più formali. Ormai sono un intercalare colorito, di quelli che, a volte, non ci rendiamo nemmeno conto di utilizzare. Di conseguenza, soprattutto in certi momenti della crescita, ripetere queste parole è molto diffuso. Sono moltissimi, infatti, i bambini che in età prescolare ripetono le parolacce. Anzi, possiamo dire quasi tutti.

QUANDO I BIMBI RIPETONO LE PAROLACCE?

Ma quando i bimbi ripetono le prime parolacce? Un periodo molto sensibile nei bambini è quello intorno ai  due anni, quando il loro vocabolario subisce una vera e propria esplosione. I piccoli, infatti, iniziano a ripetere tutte le parole che sentono, immagazzinando tutto ciò che percepiscono. In questo periodo, quindi, non è raro sentire i bambini ripetere parole nuove che, magari, hanno sentito in famiglia o al parco.

Anche più avanti, con l’ingresso alla scuola dell’infanzia, i bimbi dimostrano di come siano vere e proprie spugne. Ogni parola che sentono viene riproposta, soprattutto se “strana” o suscita particolari effetti negli altri. Tra le tante parole, a volte i genitori si accorgono che i bimbi ripetono le parolacce. Ovviamente, senza rendersi conto della gravità di quello che stanno dicendo. Può succedere, anche se a casa si cerca di non dirle e se si sta molto attenti ai posti frequentati. Le parolacce, infatti, ormai, come già detto sono di uso comune e i bambini hanno libero accesso a tutte le parole, più o meno volgari, che tendiamo a utilizzare.

LA REAZIONE DELL’ADULTO QUANDO I BIMBI RIPETONO LE PAROLACCE

Di fronte ai bambini che ripetono le parolacce, i genitori rimangono spiazzati e, spesso, non sanno come comportarsi. A volte si è talmente impreparati che la reazione può essere quella di lasciarsi scappare un sorriso o ridere imbarazzati. Al contrario, un’altra reazione comune può essere quella di sgridare o punire il bambino, interrogandolo su dove ha sentito quella parola. L’attenzione, quindi, viene spostata dal comportamento del piccolo ad altro. In questo modo, però, si rischia di perdere di vista ciò che per l’adulto dovrebbe essere importante. Non tanto dove è stata imparata (su questo, purtroppo, non sempre è possibile fare qualcosa), ma sull’importanza di non farlo.
Quando si è in presenza di altre persone, poi, spesso, la situazione diventa ancora più complessa. Gli adulti, infatti, possono sentirsi in imbarazzo e dispiaciuti per il comportamento del piccolo. Ma è giusto arrabbiarsi quando i bambini ripetono le parolacce? In realtà, spesso i piccoli non comprendono il vero significato di queste parole. Si basano, piuttosto, sulla reazione che esse hanno sugli adulti. A volte, infatti, i bambini ripetono le parolacce per attirare l’attenzione e scatenare comportamenti nei grandi. Proprio per questo motivo, se l’evento è sporadico, è meglio evitare di dare peso alla cosa. In questo modo si evita di rinforzare il comportamento del piccolo. Se, però, il comportamento persiste, è bene iniziare ad approfondire la situazione e capire come muoversi.
Ripetono le parolacce

COSA FARE SE I BAMBINI RIPETONO LE PAROLACCE? QUALCHE CONSIGLIO PRATICO

 

  • NON RIDERE

Sembra scontato, ma non lo è. Se di fronte alla parolaccia scappa la risata, il rischio è quello di ottenere proprio l’effetto opposto. Il bimbo, infatti, potrebbe pensare che ripetere le parolacce può essere un buon modo per attirare l’attenzione. Per questo è molto importante fare finta di nulla di fronte alla ripetizione di una brutta parola. Spesso, infatti, se si lascia andare la cosa raramente i bambini così piccoli tendono a ripeterla.

  • NON SGRIDARE

Per lo stesso motivo sopracitato, è opportuno non sgridare il bambino. Se ridere o evidenziare il comportamento permette di ottenere l’attenzione, ma in modo disfunzionale, anche la sgridata rischia di comportare lo stesso effetto. Anche quando viene ripreso, infatti, il bambino ottiene attenzione. Capita molto più spesso di quello che si creda che i piccoli cerchino di attirare l’attenzione dell’adulto in questo modo. E’ importante, quindi, anticipare i comportamenti disfunzionali, dedicando al bambino l’attenzione che desidera (laddove possibile), senza fargli mettere in atto questo tipo di comportamento.

  • FERMEZZA

Se il comportamento persiste, però, non si può fare finta di nulla. Dire le parolacce non è una bella cosa. E’ importante spiegare in maniera decisa, ma tranquilla, che le parolacce non si dicono e che mamma e papà disapprovano tale comportamento. E’ fondamentale essere chiari e coerenti in questa posizione. Questo non vuole dire urlare o arrabbiarsi, ma essere fermi nello spiegare che questo non è un comportamento ben accettato. Spesso si confonde la fermezza con la durezza. Essere fermi, invece, è un’altra cosa. Si può trasmettere il messaggio in maniera tranquilla e serena, ma ferma e irremovibile. E’ questo uno dei punti chiavi per essere genitori autorevoli.

  • SPIEGARE

Anche se il bambino è piccolo, occorre spiegare l’effetto che la parolaccia produce sulle persone. Perché le parolacce non vanno dette? Come possono sentirsi le persone che ricevono certi tipi di epiteti? Le brutte parole, infatti, possono ferire o disturbare chi abbiamo vicino. E’ questo il problema delle parolacce. Aiutare i bambini a mettersi nei panni degli altri, promuovendo empatia, è fondamentale. Lavorare sul riconoscimento delle proprie e altrui emozioni è un dovere importantissimo che verso i bambini.

  • ESEMPIO

Se si desidera che i propri figli non dicano brutte parole, è importante dare l’esempio. Sembra scontato, ma non lo è. Non sempre è facile, ma è importante essere coerenti. L’esempio è il più potente strumento educativo che abbiamo a disposizione. Utilizzare un linguaggio che riduca al minimo le espressione colorite, infatti, è il primo passo per evitare che i bambini ripetano le parolacce. Certamente questo non impedirà loro di conoscere tutte le espressioni volgari o aggressive che sono sulla bocca di tutti. Anche perché questo è impossibile e, forse, anche sbagliato. L’iperprotezione, si sa, non da mai buoni risultati. Allo stesso tempo, però, il piccolo toccherà con mano che il suo contesto non è un posto fertile dove riprodurre quel tipo di linguaggio.

 

DOTT.SSA ANNABELL SARPATO
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