Oggigiorno si sente spesso parlare dell’acronimo ADHD. La sigla, dall’inglese “Attention Deficit Hyperactivity Disorder”, indica il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività, un disturbo evolutivo dell’autocontrollo.
Esso è un disturbo neurobiologico ad esordio infantile, che si caratterizza per elevati e persistenti livelli di disattenzione, impulsività a iperattività. I livelli di disattenzione, impulsività e iperattività devono essere inadeguati rispetto all’età e al livello di sviluppo del bambino.
L’ADHD, dunque, comprende difficoltà di attenzione, concentrazione e di controllo degli impulsi. Non si tratta di una cattiva educazione o di capricci: il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività è una vera e propria difficoltà del bambino di regolare il proprio comportamento e la propria energia. E’ opportuno non confondere la vivacità dei bambini o la loro energia in iperattività. Quest’ultima, infatti, è una condizione clinica che risponde a caratteristiche specifiche e a determinati indicatori.
L’ADHD comprende al suo interno diverse caratteristiche. Iperattività, impulsività e disattenzione sono i sintomi principali del Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività.
Per parlare di ADHD, però, occorre che la sintomatologia sia conclamata: i bimbi non riescono a stare fermi, fisicamente e verbalmente, non riescono ad ascoltare ed agiscono impulsivamente, spesso rischiando di fare male a se stessi e gli altri. Non tollerano la frustrazione e non portano a termine i compiti richiesti. Faticano a stare seduti a casa e scuola, si muovono in continuazione e faticano a stare concentrati.
I bambini con ADHD possono sviluppare alcune caratteristiche secondarie, che arricchiscono un quadro già particolarmente complesso. La mancata autoregolazione e la difficoltà a mantenere la concentrazione può favorire lo sviluppo di:
Spesso si tende a etichettare i bambini perché sono attivi ed energici, ma ciò non è sufficiente. Le disattenzione e l’impulsività sono caratteristiche che si possono essere riscontrate in tanti bambini, anche con altre difficoltà, come in casi di disturbi d’ansia e di depressione. L’ADHD, per essere diagnosticata, necessita che la sintomatologia si presenti prima dei 12 anni di età. Essa deve essere presente per un periodo prolungato e deve rispondere a criteri specifici valutabili solo da un professionista esperto. Non è facile identificare la presenza di questa difficoltà, perché spesso si ritrova combinata con altre situazioni complesse (ad esempio, con i Disturbi Specifici dell’Apprendimento), o con difficoltà di tipo emotivo-relazionali. Quando, però, i comportamenti del bambino diventano tali da meritare un’attenzione specifica, è importante approfondire e cercare di capire come affrontare la situazione.