Il bullismo è un fenomeno troppo spesso trascurato, ma molto frequente nelle nostre scuole. Esso richiede un intervento a 360 gradi, sull’intero gruppo classe. In questo modo, infatti, si lavora sia con i bulli che con le vittime. Ma non solo: nell’intervento vengono coinvolti anche i sostenitori del bullo e gli spettatori passivi, complici del mantenimento di quest’equilibrio. Un intervento di questo tipo, di fronte ad episodi di bullismo, è quello che permette il ristabilirsi di un equilibrio sereno e di dare voce alle emozioni di tutti i bimbi coinvolti. Nell’immediato, però, occorre fornire alla vittima anche degli strumenti per difendersi dai bulli nel quotidiano, aiutandola ad affrontare l’emergenza.
Quando si parla di bullismo, solitamente ci immaginiamo il bimbo che mette in atto comportamenti prepotenti e aggressivi, offende, picchia, isola e prende in giro i compagni. Il bullismo, però, non ha sempre la stessa forma. Quando riguarda i bambini piccoli solitamente non entrano in gioco telefonini e social network, ma le aggressioni sono prevalentemente di tipo fisico e verbale. Con l’avvento delle nuove tecnologie, cellulari e internet, però, si assiste anche a forme più subdole di violenza.
Gli atti di bullismo NON SONO SCHERZI, ma vere e proprie violenze (fisiche o psicologiche). Purtroppo c’è chi, ancora oggi, tende a sottovalutare il fenomeno, sostenendo che si tratta di ragazzate e che le cose si risolvono da sole. Invece, la realtà ci spiega che non è così. Senza arrivare ai tragici casi di cronaca tristemente famosi, ci si deve rendere conto di come situazioni di questo tipo creino profondo disagio e sofferenza, che si possono protrarre anche in età adulta.
E’ importante, dunque, supportare la vittima, offrendo supporto emotivo e uno spazio di parola. E’ fondamentale, però, confrontarsi anche sulle strategie utili per difendersi dai bulli, in modo da proteggersi dalla dinamica vittima-carnefice.
Uno dei tanti motivi per cui i bambini raccontano ancora troppo poco episodi di vessazione è di tipo culturale. Purtroppo, episodi di violenza tra pari vengono ancora troppo spesso considerate “ragazzate”. Ogni bambino deve sentirsi legittimato a raccontare cosa gli sta succedendo, consapevole che verrà ascoltato e compreso. Prima di un adulto che si metta in mezzo a risolvere la situazione, i bambini hanno necessità di essere ascoltati. Ogni adulto è responsabile di questo. La violenza, fisica e psicologica, crea dinamiche perverse per cui è difficile esporsi e parlarne. Creare un clima di fiducia e rispetto aiuta a instaurare un dialogo quotidiano che favorisce la condivisione anche di questi temi.