Elaborare la separazione: come affrontarla nel modo migliore?

La separazione coniugale viene definita come uno degli eventi più stressanti che si possa vivere durante il ciclo di vita. Si parla, infatti, di un vero e proprio lutto, che richiede un’elaborazione emotiva profonda per essere superato. Elaborare la separazione è molto importante, perché è il presupposto fondamentale per ritrovare un equilibrio con se stessi e con il mondo.

Si tratta di un processo essenziale per ritornare a vivere in maniera serena, per se stessi e per i propri figli. Se ci sono dei bambini, infatti, una difficoltà a elaborare la separazione deve essere letta come un campanello di allarme per capire come affrontare al meglio la situazione. La sofferenza per la separazione, infatti, rischia di ostacolare l’obiettivo primario di tutelare il benessere dei propri bimbi. Non elaborare la separazione, inoltre, porta ad acutizzare la sofferenza dei figli, che si trovano a dover affrontare le proprie emozioni e quelle dei genitori che, inevitabilmente, li influenzano. Al di là della presenza di figli o meno, comunque, è importante una buona elaborazione della separazione, per riuscire a prendere in mano la propria vita in maniera serena e costruttiva.

Elaborare la separazione

ELABORARE LA SEPARAZIONE: 5 FASI

Come un lutto, è possibile identificare 5 fasi per elaborare la separazione.

  • NEGAZIONE. La prima reazione di fronte alla separazione è quella della negazione. In questa fase si tende a rifiutare la realtà e non si vuole credere a ciò che sta succedendo.
  • RABBIA. Alla negazione subentra la rabbia per la perdita, vissuta come ingiusta.
  • CONTRATTAZIONE. Prendere coscienza dell’irreversibilità dell’evento aiuta a iniziare a pensare a strategie per riprendere in mano la propria vita. Si alternano, così, attimi di sconforto a momenti di speranza, in cui si inizia a riprogettare la propria esistenza.
  • DEPRESSIONE. Prendendo sempre più coscienza della perdita, il dolore aumenta, generando anche i sintomi psicosomatici tipici della depressione.
  • ACCETTAZIONE. L’ultima fase dell’elaborazione della separazione è l’accettazione, in cui si risignifica l’evento doloroso come qualcosa che è successo e che non si può modificare. Lo sguardo, ora, è rivolto al futuro e alla creazione di un nuovo equilibrio. Ovviamente non mancano momenti di rabbia e sconforto, ma prevale un clima di fiducia e ottimismo.

 

Elaborare la separazione richiede diverso tempo e non sempre questo avviene in maniera automatica. Ci possono essere, infatti, alcuni momenti di stallo. Rimanere ancorati per molto tempo a una fase può essere pericoloso perché rischia di risucchiare dentro a sentimenti forti e ingestibili, da cui si fatica a uscire.

ELABORARE LA SEPARAZIONE: LA FASE DELLA RABBIA

Spesso si assiste un blocco alla fase della rabbia, in cui si fomentano sentimenti di ostilità, che, inevitabilmente, hanno ricadute sui propri figli. Questo non significa che non bisogna essere arrabbiati, ma che occorre gestire al meglio questa emozione, per non farla diventare distruttiva, per sé e per gli altri. Troppo spesso, infatti, i bambini vengono strumentalizzati a causa del risentimento che c’è tra i genitori. La rabbia non deve essere repressa, ma espressa nella maniera corretta. Come? Parlare, scrivere o iniziare un percorso con un professionista possono essere alcune delle strategie migliori.

  • PARLARE. Confidarsi con un amico o avere una spalla su cui piangere può essere molto utile per esprimere le proprie emozioni e cercare di dargli un senso.
  • SCRIVERE. Mettere nero su bianco i propri sentimenti aiuta ad esprimere le proprie emozioni e ad iniziare ad accettare la sofferenza. Dedicare del tempo alla riflessione, mettendo per iscritto i propri pensieri, aiuta a prenderne coscienza e a cogliere eventuali visioni distorte che possono essere presenti e influire sul proprio stato d’animo.
  • PERCORSO CON UN PROFESSIONISTA. A volte quello che occorre non è parlarne con qualcuno, ma affidarsi a una persona esperta in grado di sostenere la persona nel momento di disagio e sofferenza. Si tratta di dedicarsi uno spazio, diverso da quelli della vita di tutti i giorni, dove riferirsi, confidarsi e confrontarsi, per dare un senso a ciò che è accaduto, riprendendo in mano la propria vita.

 

DOTT.SSA ANNABELL SARPATO
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