Di fronte all’aumento esponenziale del numero di separazioni, ci troviamo sempre più spesso ad affrontare il tema delle famiglie ricostituite. Molte persone, dopo la separazione, decidono di formare un nuovo nucleo, dando vita a una forma familiare inevitabilmente diversa quella coniugale. Se ci sono dei figli, infatti, la struttura della famiglia ricostituita avrà caratteristiche strutturali proprie e peculiarità specifiche. I nuovi compagni di mamma e papà, dunque, sono figure sempre più presenti nelle famiglie italiane. E’ importante comprendere la complessità di questo ruolo e capire come muoversi nella maniera migliore, per sé stessi, per la nuova coppia e, in primis, per i bambini coinvolti.
La separazione è per definizione un evento complesso, che porta con sé emozioni forti e contrastanti, negli adulti e nei bambini. Ne conseguono innumerevoli trasformazioni e cambiamenti. La scelta di ricomporre un nuovo nucleo familiare aggiunge ulteriore complessità e richiede particolare attenzione. La complessità è tangibile già dal fatto che non esiste un nome per definire i nuovo compagni. E’ interessante, però, vedere come il nome con cui viene scelto di chiamare i nuovi compagni di mamma e papà assume un significato particolare. Indicarlo con “quella li” o “quello li” è diverso da utilizzare il loro nome o alcuni vezzeggiativi. Come si decide di chiamarli, infatti, denota molto delle dinamiche che vengono instaurate.
Le famiglie ricostituite sono famiglie complesse. Inevitabilmente infatti, esse hanno delle caratteristiche peculiari, diverse da altre forme familiari. Queste caratteristiche possono essere dei limiti, oppure dei punti di forza, a seconda di come vengono gestite. I confini familiari nelle famiglie ricostituite, ad esempio, sono più sfumati, incerti e ambigui. Dove inizia la famiglia? Chi ne fa parte e, chi, invece, rimane fuori? Dove si collocano le persone? Quali ruoli ricoprono? Inoltre, nella famiglia ricostituita, la struttura è più complessa e non esiste una netta distinzione “di livello” tra genitori e figli. I due piani, infatti, sono più sfumati e la differenza di ruolo tra il piano dell’adulto e quello del bambino non è più netta. In questo caso, infatti, vi è una differenza notevole tra il ruolo del genitore e i nuovi compagni di mamma e papà.
Nelle famiglie ricostituite l’equilibrio da trovare non è dato. Esso va costruito giorno dopo giorno, all’interno di dinamiche ricche e complesse. Un sfida, che, però, se ben gestita può portare numerosi aspetti positivi nella vita dei bambini e dei ragazzi.
I nuovi compagni rivestono un ruolo complesso e di difficile equilibrio. Essi non devono sostituirsi ai genitori. Allo stesso tempo, però, vivono con i bambini la quotidianità, con le sue gioie e le sue fatiche. Essi devono entrare in punta di piedi nella vita dei bambini, ma allo stesso tempo devono essere presenti come figure di riferimento. Devono essere aperti e flessibili, adottare un comportamento empatico ed evitare atteggiamenti difensivi o aggressivi. Occorre non rispondere a eventuali provocazioni ed evitare paragoni con il genitore naturale.
Il ruolo richiesto ai nuovi compagni di mamma e papà, spesso, non è semplice. Quando ci sono separazioni conflittuali, questo ruolo è ancora più complesso, perché ci si inserisce in un contesto con delle dinamiche estremamente difficili. E’ possibile, inoltre, che i nuovi compagni di mamma e papà abbiano avuto un ruolo all’interno della separazione (o che così venga vissuto dal coniuge) e, dunque, questo complica ulteriormente le cose.
Come sempre, il dialogo e il confronto sono le armi migliore per prevenire e affrontare momenti di crisi. Mettersi dal punto di vista del bambino e cercare di capire i suoi comportamenti aiuta a leggere la situazione in un’altra prospettiva. In questo modo gli adulti possono ottenere informazioni utili su come comportarsi, per il benessere del bimbo e del proprio.
La separazione dei genitori comporta nei bambini emozioni forti e contrastanti, paure e angosce molto forti. La presenza di nuove figure, anche se a lungo termine possono essere delle risorse preziose, spesso all’inizio possono destabilizzare i bambini. Il nuovo equilibrio creato dopo la separazione, infatti, viene nuovamente stravolto. E’ importante lasciare ai bambini il tempo di elaborare quello che sta accadendo intorno a loro, aiutandoli a manifestare i loro pensieri e le loro emozioni.
A volte può succedere che i nuovi compagni provino un po’ di risentimento e gelosia. La gelosia può essere, più o meno celata, verso il rapporto speciale tra il proprio partner e i suoi figli. E’ importante capire che si tratta di rapporti diversi e che, necessariamente, il legame che un genitore ha con i propri figli è qualcosa di speciale ed ineguagliabile. La competizione e la rivalità sono controproducenti e rischiano di ostacolare la creazione di un buon clima all’interno della famiglia allargata.
A volte, invece, la gelosia può insorgere nei confronti del padre o della madre dei figli del nuovo compagno. E’ bene tenersi fuori da queste dinamiche ed evitare di parlarne davanti ai bimbi. I piccoli, infatti, potrebbero sentirsi tirati in mezzo e divisi tra mamma e papà. Occorre stare molto attenti e non prendere posizioni che i piccoli potrebbero vivere come laceranti. Ciò, infatti, rischia di far sviluppare conflitti di lealtà e aumentare la sofferenza dei bambini. Anche laddove possono esserci delle motivazioni valide per confrontarsi sull’atteggiamento dell’altro genitore, i bambini devono rimanere fuori il più possibile da queste questioni.