Spiegare la mafia ai bambini: come educare al rispetto e alla legalità

In questi giorni, si ricorda l’anniversario della strage in Via D’Amelio. Telegiornali e approfondimenti televisivi, dunque, stanno riprendendo (fortunatamente) un fenomeno ancora troppo spesso poco trattato (o trattato in maniera confusiva): la Mafia. Questi giorni, ma non solo, possono, quindi, essere l’occasione per spiegare la mafia ai bambini e riprendere un tema fondamentale per parlare di rispetto e legalità.

Trentanni fa, domenica 19 luglio 1992, all’altezza del numero civico 21 avveniva la strage di via D’Amelio, a Palermo. Si compiva quel giorno la strage dove persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta. Con lui, infatti, morirono Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Altra vittima, sopravvissuta fisicamente all’attentato, fu l’agente Antonino Vullo. Strage che avvenne a pochi mesi di distanza da un altro terribile attentato, quello di Capaci del 23 maggio dello stesso anno, per mano di Cosa Nostra. Qui persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Altre 23 persone furono coinvolte nella strage.

Da questi terribili avvenimenti si può partire per spiegare la mafia ai bambini. Ovviamente è sempre opportuno tenere conto della loro età e del livello di sviluppo. Ma non si tratta solo di una narrazione storica di ciò che è avvenuto e di ciò che, tutt’oggi, ancora avviene. Spiegare la mafia ai bambini, infatti, deve essere anche l’occasione per riflettere insieme su cosa significa rispetto e legalità. A partire dal proprio contesto di vita.

COME SPIEGARE LA MAFIA AI BAMBINI?

Spiegare la mafia ai bambini è un diritto e un dovere di noi adulti. Questo è importante per i bambini e i ragazzi, ma anche per la società in generale, di cui i bambini sono e saranno soggetti attivi.

Di fronte ai servizi e agli approfondimenti che in queste settimane abbiamo modo di vedere in televisione, inevitabilmente i bambini possono porre delle domande rispetto a cosa sia il fenomeno mafioso. Cogliere l’occasione per affrontare l’argomento, dunque, è sicuramente una buona occasione per parlare di rispetto e legalità.

Spiegare la mafia ai bambini

RACCONTARE LA STORIA

Come già detto sopra, le spiegazioni devono avvenire in base all’età e al livello di sviluppo del bambino. Anche il livello di approfondimento dipende da bambino e bambino. Conoscere i dettagli del fenomeno mafioso è un aspetto che va sempre considerato tenendo in considerazione il livello di sviluppo di ognuno.

Quando i bimbi sono più piccoli può essere inutile e controproducente entrare troppo nei dettagli. Essi possono risultare spaventosi e incomprensibili. A volte, se ci pensiamo, lo sono anche per noi adulti. E’ meglio, piuttosto, rimanere su una descrizione più generica rispetto ai fatti storici. E’ fondamentale, però, evidenziare il significato di certi comportamenti e, soprattutto, riflettere insieme su cosa può fare ognuno di noi per cambiare la situazione. Per i ragazzi più grandi, invece, spesso la curiosità porta a fare domande maggiormente specifiche. Sempre tenendo conto dell’età, spiegare ciò che è successo in maniera chiara e seguire le loro domande può essere importante.

E’ fondamentale, però, ricordare che non si tratta solo di una narrazione storica. Quest’ultima, infatti, diventa l’occasione per non dimenticare ciò che è accaduto. Per ricordare. Diventa centrale, però, anche riflettere insieme su un sistema che deve essere abbattuto e non sostenuto. A livello di società in generale, ma anche nelle relazioni che ognuno di noi stringe con le persone vicine.

L’ATTUALITÀ NEL QUOTIDIANO: PARLARNE PER SCONFIGGERE I COMPORTAMENTI MAFIOSI

Spiegare la mafia ai bambini significa anche spiegare loro cosa guida questo sistema e cosa lo rende cosi pericoloso. In questo modo, i bambini e i ragazzi possono comprendere cosa significa muoversi nel rispetto della legalità, a partire dal contesto in cui vivono. Ciò significa che i bambini possono far tesoro di questi insegnamenti, imparando a non replicare modelli basati su due aspetti centrali del sistema mafioso: la paura e l’omertà. La paura, instillata attraverso atti di violenza fisica e verbale, minacce e intimidazioni, che portano le altre persone a stare in silenzio, promuovendo un comportamento omertoso. Quest’ultimo viene spesso confuso con il senso di solidarietà. Al contrario, invece, esso è una conseguenza diretta della paura. Aiutare i bambini a riflettere sulla partecipazione attiva, invece, diventa centrale per sentirsi soggetti attivi nel benessere comune.

Spiegare la mafia ai bambini, dunque, significa aiutarli a non applicare modalità scorrette e distruttive nel comportamento con gli altri. Tramite la storia e gli esempi, infatti, spiegare la mafia ai bambini può essere un’occasione per promuovere comportamenti legati e rispettosi, nel rapporto con gli altri e nella società in generale. Perché il rispetto e la legalità partono dal rapporto con l’altro, anche nella relazione con il gruppo di amici e i compagni di scuola, fino ad arrivare alla società nel senso più ampio del termine.

Per fare un esempio, ci si può soffermare su un tema purtroppo molto vicino a bambini e ragazzi: il fenomeno del bullismo. Riflettere insieme su cosa si può (e si deve!) fare in certe situazioni diventa fondamentale per promuovere legalità e rispetto. Per sé e per gli altri. Il tema della partecipazione attiva, dunque, diventa centrale per scardinare situazioni terribili che purtroppo coinvolgono tantissimi bambini e ragazzi.

EDUCARE AL RISPETTO E ALLA LEGALITA’

Attraverso la riflessione e il confronto, è fondamentale promuovere la crescita e lo sviluppo morale dei bambini, al fine di aiutarli a comprendere l’importanza di atteggiamenti responsabili verso sé stessi e verso gli altri. Ciò significa, inoltre, sostenerli e accompagnarli ad una gestione funzionale dei conflitti. Occorre aiutare bambini e ragazzi a comunicare in maniera funzionale. A comprendere l’importanza di collaborare. A toccare con mano la bellezza del confronto. Questo non significa evitare il conflitto, anzi. Il conflitto può essere costruttivo, se gestito bene. Significa, al contrario, saperlo gestire in maniera rispettosa e funzionale, per sé stessi e per gli altri. In modo tale che non sia fine a se stesso, ma che possa aiutare a crescere.

In conclusione, educare alla legalità non significa solo evitare comportamenti mafiosi. E’ qualcosa di molto più ampio. Significa anche essere consapevoli delle diversità di ognuno di noi e coglierne il valore. E’ importantissimo, infatti, riuscire a trasmettere ai bambini l’importanza fondamentale del rispetto reciproco per vivere insieme in maniera serena e positiva. Capire che ognuno di noi può fare la differenza. Anche se a volte può sembrarci minima, ma in realtà non lo è mai. Tutto ciò, inevitabilmente, va allenato anche nelle prime relazioni con gli altri. E’ solo partendo da qui, infatti, che si può arrivare a masticare concetti importanti come la cittadinanza attiva, il rispetto della democrazia, la giustizia sociale, e così via.

DOTT.SSA ANNABELL SARPATO

 

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