Bambini timidi: consigli pratici per comportarsi in maniera efficace

Culturalmente, la nostra società fatica ad accettare i bambini timidi, introversi e che entrano in relazione con l’altro in punta di piedi. Per questo, quando i  bimbi mostrano timidezza gli adulti tendono subito ad allarmarsi. La timidezza, infatti, spesso, viene vista come un tratto da correggere. Librerie e biblioteche sono piene di manuali per trasformare i bambini in piccoli leader espansivi e forti nelle relazioni sociali. Ma è realmente necessario? I bambini timidi devono essere corretti?

Spesso, infatti, è più un desiderio dell’adulto quello di voler correggere un temperamento timido. Mamma e papà, infatti, temono che un atteggiamento più discreto e meno estroverso porti il piccolo a non sapersi muovere nel mondo e tra le diverse esperienze che si troverà necessariamente a vivere. Si pensi, ad esempio, al mondo della scuola o al gruppo dei pari. Gli adulti, infatti, hanno paura che i bambini timidi non emergeranno nella vita e rimarranno sempre sullo sfondo. Mai è davvero così?

 

I BAMBINI TIMIDI NASCONDONO UN DISAGIO?

In realtà, la timidezza non è sintomo di disagio. Essa può essere un tratto del temperamento del piccolo, che lo caratterizza fin dalla nascita. Può essere un modo di avvicinarsi all’altro in maniera riservata. Il modo di essere di quel bambino.

Altre volte, invece, la timidezza può essere legata ad una forte ansia, che rischia di causare sofferenza e disagio. In questi casi, allora, occorre prestare attenzione per comprendere cosa si celi dietro. Allo stesso tempo è utile anche capire come muoversi per affrontare questa forte angoscia. Soprattutto quando l’atteggiamento del bambino cambia improvvisamente, è opportuno prestare attenzione. Se un bimbo tendenzialmente espansivo inizia a ritirarsi e mostrare una marcata timidezza, allora può essere utile approfondire la situazione. Anche quando l’intensità dei loro atteggiamenti aumenta, rischiando una compromissione delle loro attività e dei rapporti sociali, la timidezza può rivelarsi un campanello d’allarme.

E’ importante, quindi, distinguere diverse situazioni. I bambini timidi non nascondono necessariamente un disagio. Occorre capire se la chiusura in sé stessi insorge in un momento particolare, se è accompagnata da ansie e paure, se limita il piccolo e crea disagio. Solo in questo modo è possibile capire se e come farvi fronte. La timidezza, entro certi limiti, ad esempio, può essere un punto di forza. Un bambino maggiormente introverso, ad esempio, potrebbe essere un attento osservatore della realtà che lo circonda, avere una buona sensibilità o essere un bambino che trasmette calma e tranquillità. Insomma, i bambini con queste caratteristiche, se la timidezza non ostacola la loro serenità e la loro crescita, non nascondono un disagio.

Bambini timidi

 

COME COMPORTARSI CON I BAMBINI TIMIDI?

  • RISPETTO

La timidezza è una caratteristica del bambino, non una malattia. E’ un modo di essere del piccolo, che può celare una sensibilità molto sviluppata. Purtroppo la nostra società ci porta a credere che solo chi emerge in modo dirompente potrà ottenere un futuro pieno di successo e soddisfazioni. In realtà, non vi è nessun nesso tra queste due cose. E’ importante rispettare questa caratteristica del bambino. Occorre guardarla come un punto di forza, piuttosto che come un elemento di debolezza. Può capitare, in alcune situazioni, che i genitori per giustificare l’atteggiamento riservato del piccolo dicano, davanti a tutti e ad alta voce, “E’ un bambino timido”. Il rischio così, però, è quello di etichettare il bambino. Non è una colpa, infatti, essere timidi, ma una caratteristica del piccolo.

  • NON FORZARE

E’ fondamentale supportare il bambino nel mettersi in gioco, ma adeguandosi ai suoi tempi e ai suoi modi. E’ importante non gettarlo in contesti di gruppo in cui non si sente ancora pronto. Spesso si sente dire dell’importanza di iscrivere i bambini timidi in sport di squadra. Questo può essere vero, ma è importante che questo processo avvenga gradualmente, magari conoscendo prima qualche coetaneo iscritto allo stesso gruppo. Un altro esempio può essere quello delle festicciole. Se si vuole aiutare il proprio figlio ad avere più amichetti, può essere utile invitare prima uno o due compagni a casa.

Avvicinare in maniera graduale il bambino a occasioni di gruppo, lo aiuta ad abituarsi e a sentirsi meno giudicato. Allo stesso tempo occorre coinvolgere il bambino in questa scelta, parlando di cosa vuol dire stare in gruppo e di quali resistenze incontra. Ciò fa sentire i bambini accolti e compresi, aumentando la loro autostima e il loro senso di autoefficacia.

  • OSSERVAZIONE

Per comprendere se la timidezza è un tratto del carattere o la spia di un momento di disagio, può essere molto utile osservare i bambini. Osservare i loro atteggiamenti e i comportamenti, infatti, ci può dare molte informazioni su cosa si celi dietro alla timidezza dei bimbi. E’ sorta improvvisamente o accompagna i bambini dalla nascita? Come vivono i bimbi la loro timidezza? La loro riservatezza inficia sulla qualità della loro vita? Si trovano a rinunciare ad attività che a loro piacerebbero? In questo ultimo punto, però, è molto importante riuscire a distinguere tra ciò che piace ai genitori e ciò che, invece, piace ai bambini.

 

I BAMBINI TIMIDI HANNO BASSA AUTOSTIMA?

Se la timidezza è un tratto del carattere, non è scritto da nessuna parte che essa sia legata ad una bassa autostima.  Ma visto che male non fa, è sempre importante lavorare sull’autostima dei bambini e sulla fiducia nelle proprie capacità. La consapevolezza di essere una persona che vale, con delle solide capacità, aiuterà i bambini a essere coscienti di poter essere apprezzati dagli altri. A volte, però, i bambini timidi possono mostrare anche insicurezza e poca stima di sé. In questi casi, lavorare su questi aspetti aiuta a incoraggiare i bambini ad avere un atteggiamento più sicuro ed espansivo.

Se i bambini timidi sono introversi a causa di una scarsa autostima, un lavoro atto a rafforzare la percezione di sé li aiuterà a vivere meglio, con sè stessi e con gli altri. Si tratta di un lavoro graduale, dove i bambini devono fare esperienza di valere come persone. Spesso, non è sufficiente dirlo a parole. E’ importante, ma non sufficiente. A livello razionale, infatti, i bambini spesso sanno di essere delle belle persone e avere buone capacità. Si tratta di una questione più profonda. Non basta dire “Su, dai, prova” per incoraggiare i bambini. I bambini timidi devono sentire che possono fare quell’esperienza, se lo vogliono. L’adulto deve far sentire loro che rispetta le sue caratteristiche e i suoi tempi, senza forzature o desiderio di cambiarlo. Solo in questo modo i bambini possono costruire una buona percezione di sé ed essere equipaggiati per destreggiarsi tra i sentieri della vita.

 

DOTT.SSA ANNABELL SARPATO
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