Compiti delle vacanze ancora da finire? Ecco come correre ai ripari

Nonostante tutte le buone intenzioni, siamo a fine estate e ci sono i compiti delle vacanze ancora da finire. Anzi, qualcuno, forse, non li ha ancora iniziati. Lotte estenuanti e promesse di castighi, ma il bambino non si è messo ancora al lavoro. Oppure, lasciata al piccolo un po’ di autonomia, ci accorgiamo che non è stato in grado di gestirla al meglio. Ci si ritrova, dunque, a poche settimane dall’inizio dalla scuola con un carico di lavoro non indifferente.

Quando i bambini si accorgono che manca poco tempo e ci sono i compiti delle vacanze ancora da finire possono iniziare a preoccuparsi. Cominciano, così, a svolgere le attività in tutta fretta, cercando di portarsi avanti. A volte, però, la preoccupazione sembra più riguardare i genitori. I bambini e i ragazzi, infatti, non sembrano essere agitati per la mancanza di tempo. Questo, poi, fa maggiormente innervosire i genitori, che si trovano in difficoltà su come spronare i ragazzi a concludere i compiti assegnati.

 

COMPITI DELLE VACANZE ANCORA DA FINIRE? TRE CONSIGLI PRATICI

  • ATTIVARSI

    A poche settimane dall’inizio della scuola, se i compiti delle vacanze sono da finire, è bene attivarsi. Anche se la strategia migliore è quella di distribuire il carico di lavoro durante tutte le vacanze estive, sono molti i bambini che si riducono a fare tutto all’ultimo. In questi casi, il riposo dei mesi precedenti permetterà di essere più rilassati nello svolgere i compiti. Allo stesso tempo, però, alcuni concetti potrebbero essere stati dimenticati. E’ importante non abbattersi. A volte, una sfogliata veloce ai testi dell’anno precedente può far tornare alla memoria le informazioni apparentemente perdute. Per questo, per evitare di perdere ulteriore tempo, può essere utile avere a disposizione i testi dell’anno precedente.

 

  • PIANIFICARE

    Anche se il tempo a disposizione è poco, è importante gestirlo al meglio. Considerare la mole complessiva del lavoro e provare a darsi delle scadenze è molto utile. In questo modo, anche se le cose da fare sono tante, si riesce a ritagliarsi del tempo per il riposo e per le attività di svago. Per fare i compiti, infatti, servono attenzione e concentrazione e ciò è possibile solo se si alternano momenti di relax con quelli dedicati ai compiti. Un buon metodo di studio aiuta ad ottimizzare tempo e risorse.

 

  • ALTERNARE

    Quando il tempo a disposizione è poco, si tende a fare i compiti materia per materia. Ad esempio, prima si eseguono tutti gli esercizi di matematica e, una volta conclusi, si può passare a grammatica. Questo, però, può non risultare ottimale per lo studio. Fare la secchiata di 35 espressioni in un pomeriggio serve a poco. Meglio alternare le materie, magari facendo 5 espressioni al giorno per una settimana, insieme a compiti di altre materie. In questo modo, infatti, si riesce ad assimilare meglio le nozioni e ad accertarsi di aver compreso davvero i procedimenti.

Compiti delle vacanze ancora da finire

 

COMPITI DELLE VACANZE ANCORA DA FINIRE: E’ GIUSTO SGRIDARE I BAMBINI?

A volte, può capitare che i genitori si accorgono che ci sono i compiti delle vacanze ancora da finire solo nelle ultime settimane. Magari si è sollecitato più volte, ma senza risultati. I bambini più grandi forse hanno anche rassicurato i genitori, ma poi hanno preferito fare altro. Non è facile, infatti, organizzarsi da soli. Ci vuole allenamento, e non è così scontato. E questo vale anche per gli studenti più diligenti.

La cosa ottimale è pianificare i compiti a inizio vacanza, insieme. In questo modo i bambini diventano protagonisti attivi del proprio apprendimento e della gestione del loro tempo.  Scegliere insieme cosa fare e quando farlo rassicura i bambini, perché crea quella cornice in cui i piccoli possono muoversi. Non è opportuno lasciare piena autonomia di gestione fin da subito, ma occorre accompagnare i bambini in questo processo. Ad esempio, si può scegliere insieme il numero di pagine che si devono svolgere ogni giorno. Ogni due giorni, in questo caso, il genitore può controllare che il bambino le ha svolte. Se il planning viene condiviso e scelto dal bambino, è un suo dovere rispettarlo. Durante il corso dell’estate, poi, si può riflettere insieme se mantenere questa organizzazione o fare delle modifiche. Il bambino, così, impara anche a conoscersi e a capire i suoi tempi.

 

COMPITI DELLE VACANZE ANCORA DA FINIRE: COSA FARE SE I RAGAZZI NON VOGLIONO FARLI?

E’ importante che il piccolo diventi protagonista attivo del proprio apprendimento. I bambini, infatti, devono comprendere che i compiti vanno fatti per se stessi. Si può scegliere di fare i compiti per il piacere di farli, per consolidare le nozioni e iniziare bene l’anno seguente, oppure solo perché è un proprio dovere. Ognuna di queste motivazioni è valida, perché è centrata su di sé. E’ pericoloso, invece, che i bambini facciano i compiti per i genitori. I bambini vanno a scuola per loro stessi, non per rendere felici mamma e papà. E questo passa anche attraverso l’atteggiamento che si ha nel sollecitarli nell’eseguire i compiti delle vacanze.

I compiti delle vacanze, infatti, vengono dati e devono essere eseguiti. A volte, però, i ragazzi, soprattutto quando sono più grandicelli, si impuntano nel non volerli fare. Ci si può confrontare su questi aspetti e parlarne insieme. Ascoltare le motivazioni che portano i ragazzi a non voler portare a termine i compiti delle vacanze mostra un interesse autentico a loro come persone, prima che come studenti. Si può riflettere su alcune motivazioni, parlarne insieme e capire come fare per rispettare comunque i propri doveri. Ascoltare i motivi che portano i ragazzi a non voler fare i compiti non significa accettarli. Anzi. Dialogare significa capire come farvi fronte ugualmente.

Non fare i compiti è un torto che il bambino fa a se stesso, non a voi. Per questo, ad esempio, si può riflettere con loro su quali sono le conseguenze a cui si va incontro. Se i ragazzi sono grandi per assumersi la responsabilità di non voler fare i compiti, devono comprendere che sono altrettanto grandi per assumersi la responsabilità delle conseguenze che ne derivano. L’obiettivo dell’adulto, dunque, non deve essere quello di imporre dall’alto, ma di riflettere insieme su come affrontare la situazione.

 

E SE L’ATTEGGIAMENTO DI CHIUSURA VERSO LA SCUOLA PERMANE?

In conclusione, se ci sono i compiti delle vacanze ancora da finire, molto spesso i ragazzi riescono a recuperare il tempo perso e a concluderli per l’inizio dell’anno scolastico. Se, però, l’atteggiamento di chiusura verso la scuola permane per molto tempo e sembra essere molto intenso, è importante approfondire la situazione. Può essere, ad esempio, indicatore di un momento di particolare complessità. Oppure, la mancanza di motivazione verso la scuola può essere la spia di un approccio disfunzionale verso l’apprendimento. In entrambi i casi, capire come affrontare la situazione è molto importante, per il benessere del bimbo e della sua famiglia.

 

DOTT.SSA ANNABELL SARPATO
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